PERCHE' QUESTO SITO

Il sito nasce dalla voglia di raccontare la storia di nostro padre, stimato professore ed onesto amministratore della nostra Città, violentemente strappato alla vita ed alla famiglia dalla mano dell'uomo! Un sito per imprimere nella memoria volti e nomi, un sito per raccogliere altre storie ed altri nomi, un sito per non dimenticare, un sito per dare informazioni a chi nella rete cerca informazioni su medici e reparti, un sito che non ha paura di raccontare un tragedia ... affinchè ciò non accada più!

sabato 31 agosto 2013

28 INDAGATI PER IL DECESSO DI GIANNI FORTUNATO AL PERRINO

Secondo morto per peritonite: 28 indagati, sì alla riesumazione per autopsia
di Roberta Grassi » 29 agosto 2013 alle 19:13
L'ospedale Perrino
L’ospedale Perrino
SAN DONACI – Sono 28 i medici, infermieri e operatori sanitari degli ospedali di Brindisi e San Pietro Vernotico raggiunti stamani da un avviso di conferimento incarico che ha valore di informazione di garanzia per la morte del 36enne di San Donaci, Giovanni Fortunato, che era ai vertici dell’associazione nazionale sordomuti, ricoverato per una diagnosi di “ictus giovanile” e deceduto il 19 scorso dopo un’operazione per una lesione gastro intestinale. I famigliari dell’uomo avevano presentato un esposto, il 22 agosto scorso, al fianco dell’ l’avvocato Raffaele Missere: avevano chiesto la riesumazione della salma per accertare l’effettiva causa del decesso del congiunto.
Il pm Savina Toscani ha fissato il disseppellimento per il 5 settembre prossimo: l’autopsia sarà eseguita dal medico legale Biagio Solarino. Si dovrà accertare se la morte dell’uomo se sia imputabile a un errore medico, se cioè Fortunato sia effettivamente vittima di un caso di malasanità. Nella denuncia è contenuta tutta la ricostruzione dei fatti. A quanto si è appreso il primo ricovero dell’uomo risale al 6 agosto scorso, presso l’ospedale di San Pietro Vernotico. Lo stesso giorno fu dimesso ma le sue condizioni si sono aggravate tanto da necessitare il ricovero al Perrino di Brindisi, per un ictus. Il 17 agosto, poi, l’uomo è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Il 36enne è morto due giorni dopo. Subito i parenti si erano recati presso il posto fisso di polizia, per rivendicare un minimo di chiarezza sull’evoluzione della vicenda.
L'avvocato Raffaele Missere
L’avvocato Raffaele Missere
Non era stata formalizzata però alcuna denuncia e difatti, senza la disposizione di alcun approfondimento medico legale, erano stati celebrati i funerali, il 20 agosto, e poi effettuata normalmente la sepoltura. Oggi il via all’inchiesta: titolare del fascicolo è il pm di turno presso la procura di Brindisi, Savina Toscani.Si indaga per omicidio colposo, quindi, a carico di 28 persone. Le indagini sono delegate ai carabinieri di San Donaci, al comando del luogotenente Francesco Lazzari e ai militari della compagnia di Francavilla Fontana. Si tratta del secondo decesso per peritonite verificatosi in pochi giorni nel Brindisino e della seconda inchiesta avviata dalla magistratura su impulso dei parenti: il 9 agosto era morto a causa di una occlusione intestinale il 69enne di San Pancrazio, Giovanni Leo: il pm titolare del fascicolo, Milto Stefano De Nozza, indaga per omicidio colposo a carico di 10 medici del Perrino di Brindisi.

venerdì 23 agosto 2013

MORTE PER PERITONITE,ESPOSTO DEI FAMILIARI: PARTE NUOVA INDAGINE SUL PERRINO!

SAN DONACI – E’ stato depositato oggi pomeriggio presso la stazione dei carabinieri di San Donaci l’esposto dei famigliari di Giovanni Fortunato il 36 morto il 19 agosto scorso all’ospedale Perrino di Brindisi per una sospetta peritonite dopo che era stato ricoverato per un ictus e sottoposto a un intervento chirurgico per una lesione gastro intestinale.
L'ospedale Perrino
L’ospedale Perrino
I famigliari dell’uomo si sono rivolti all’avvocato Raffaele Missere: chiedono, se necessario, la riesumazione della salma per accertare l’effettiva causa del decesso del congiunto e per sapere se sia imputabile a un errore medico, se cioè Fortunato sia effettivamente vittima di un caso di malasanità.
Nella denuncia è contenuta tutta la ricostruzione dei fatti. A quanto si è appreso il primo ricovero dell’uomo risale al 6 agosto scorso, presso l’ospedale di San Pietro Vernotico. Lo stesso giorno fu dimesso ma le sue condizioni si sonoaggravate tanto da necessitare del ricovero al Perrino di Brindisi, per un presunto ictus. Il 17 agosto, poi, l’uomo è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Il 36enne è morto due giorni dopo. Subito i parenti si erano recati presso il posto fisso di polizia, per rivendicare un minimo di chiarezza sull’evoluzione della vicenda.
L'ospedale Perrino di Brindisi
L’ospedale Perrino di Brindisi
Non era stata formalizzata però alcuna denuncia e difatti, senza la disposizione di alcun approfondimento medico legale, erano stati celebrati i funerali, il 20 agosto, e poi effettuata normalmente la sepoltura. Oggi il via all’inchiesta: titolare del fascicolo è il pm di turno presso la procura di Brindisi, Savina Toscani.
Si indaga per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti. Nelle prossime ore potrebbe essere disposta la riesumazione della salma e quindi anche l’autopsia. In quel momento saranno anche iscritti sul registro degli indagati, come atto dovuto, i nomi dei medici e del personale sanitario che si è occupato del caso. Le indagini sono delegate ai carabinieri di San Donaci, al comando del luogotenente Francesco Lazzari e ai militari della compagnia di Francavilla Fontana, al comando del capitano Giuseppe Prudente.
Il pm Savina Toscani
Il pm Savina Toscani
Si tratta del secondo decesso per peritonite in pochi giorni e della seconda inchiesta avviata dalla magistratura su reparti del Perrino su impulso dei parenti: il 9 agosto era morto a causa di una occlusione intestinale il 69enne di San Pancrazio, Giovanni Leo: il pm titolare del fascicolo, Milto Stefano De Nozza, indaga per omicidio colposo a carico di 10 medici dell’unità ospedaliera del capoluogo.

martedì 20 agosto 2013

Ancora ombre attorno al Perrino

SAN DONACI – Un altro sospetto caso di malasanità al Perrino di Brindisi, per lo meno a quanto denunciano i famigliari di un 36enne di San Donaci, morto a causa di una peritonite – stando al referto – dopo un ricovero per un presunto ictus. Non è ancora chiaro come procederà la magistratura, per il momento si sa soltanto che Giovanni Fortunato non ce l’ha fatta, è deceduto stamani e i parenti hanno intenzione di formalizzare una querela per chiedere che sia fatta chiarezza.
La salma dell’uomo si trova a casa a San Donaci, dove il 36enne è stato trasportato poco prima della morte. Nel caso in cui dovesse essere presentato l’esposto, così come annunciato oggi, resterebbe a disposizione del sostituto procuratore di turno per l’eventuale disposizione dell’autopsia.
Se ne saprà qualcosa in più nelle prossime ore, quando il pm inquirente avrà preso visione anche delle cartelle cliniche. Si tratterebbe del secondo caso presunto di malasanità. Nei giorni scorsi per il decesso, sempre per peritonite dovuta ad una occlusione intestinale, di un 69 enne Giovanni Leo, di San Pancrazio Salentino, è stato conferito incarico per una perizia medico legale e vi sono 10 medici indagati, tutti del Perrino di Brindisi.

sabato 10 agosto 2013

COLON PERFORATO MUORE DOPO RICOVERO

Giovanni Leo ha trovato la morte nel
reparto di chirurgia dell'ospedale
Perrino di Brindisi diretto da
Giuseppe Manca
BRINDISI - Ha un sospetto terribile: quello che al «Perrino» abbiano perforato l’intestino del padre e che proprio per questo sia morto il giorno dopo, dopo un tentativo disperato di salvarlo in un altro ospedale. Sono tutte da chiarire le cause del decesso di Giovanni Leo, 69 anni di San Pancrazio, conosciuto in tutta la provincia per via del suo lavoro di addetto ai palchi e alle luminarie delle feste. Il figlio Pancrazio vuole vederci chiaro e - in calce alla sua denuncia presentata ai carabinieri - ha scritto a chiare lettere che avrebbe comunque sporto querela anche se il padre ce l’avesse fatta a sopravvivere. Invece, purtroppo, non è andata così. Giovanni Leo, che abitava in con trada Caragnuli, era finito in ospedale in preda a forti dolori addominali. Non riusciva ad evacuare. «Abbiamo chiamato il 118 e l’ambulanza è arrivata in 5 minuti - racconta Pancrazio Leo -. Mia padre è rimasto su una barella del Pronto soccorso e gli hanno somministrato antidolorifici e quando è stato meglio ha pensato di tornare a casa». «Poi però - scrive Leo nella denuncia - i dolori sono tornati come prima e mio padre è finito di nuovo al Pronto soccorso dove è rimasto per molte ore ricevendo due consulenze chirurgiche dopo le quali i medici dichiaravano che non si era necessità di intervento in quanto l’intestino era palpabile». «Il 7 agosto - spiega ancora il figlio della vittima - nel tentativo di farlo evacuare, hanno utilizzato un clistere “alto” che ha raggiunto l’intestino e una sonda anale. Dopo questo intervento, è apparso un rigonfiamento enorme all’addome e il dolore è aumentato». A quel punto, d’accordo con la madre Teresa Peluso e la sorella Lucia, Pancrazio Leo ha deciso di trasportare il padre in un’altra struttura contro il parere dei medici del reparto nel quale Giovanni Leo era stato «parcheggiato», dal momento che non si trovava di certo in Chirurgia. «Abbiamo provveduto a trasportarlo a Francavilla con un’ambulanza privata - racconta il figlio -. Qui hanno effettuato una Tac ed hanno rilevato una perforazione del colon. Per cercare di salvarlo, lo hanno subito operato e i medici ci hanno detto dopo che l’addome era stato trovato colmo di feci». Le condizioni erano talmente gravi che si è reso necessario il trasferimento in Rianimazione. Un posto è stato trovato all’ospedale di Monopoli dove il paziente poi è morto. Forse una setticemia. Forse, altro. Di certo, occorre effettuare l’autopsia per cercare di chiarire in ogni aspetto questa terribile storia. Per ora, nessun esame autoptico è stato effettuato ma non è escluso che il magistrato - alla luce anche della dettagliata denuncia del figlio, che ha indicato circostanze e reparto in maniera dettagliata - possa disporlo per accertare eventuali responsabilità. «Resta comunque l’amarezza - afferma Pancrazio Leo -. Mi padre aveva dolore alla pancia, ma stava bene. Lo abbiamo portato in ospedale ed ora non è più con noi. Tutto questo è terribile. Vogliamo capire se qualcuno ha sbagliato».